Castel San Lorenzo, Salerno, Campania
Il mulino dopo l’acquisto del 1901 venne ristrutturato dai nuovi proprietari e vennero rimessi in funzione i due palmenti appartenuti al principe. Successivamente, il mulino venne affittato a Don Nicola Falcone il quale effettuò delle modifiche per impiantarvi una centrale elettrica.Fece costruire la cabina elettrica (attuale torretta), allungo la sala principale, rifece la copertura a falde con tabelloni di laterizio cementati e intonacò le pareti interne.
La zona ove erano i palmenti ed il piano interrato costituito dalle gallerie rimase come era originariamente. Le finestre e il portone (in legno) erano di una maestria unica, tanto che il Sig. Antonio Pesce si è spinto a dire che “ Il mulino sembrava una chiesa tanto che era bello” Durante i lavori di ammodernamento dell’immobile, fu ampliata una delle vasche di carico dell’acqua, e all’ interno di essa venne calata la turbina che alimentava le dinamo. Per mezzo della centrale elettrica per la prima volta venne data la “luce” a Castel San Lorenzo. Infatti Angelo Venturiello nella riedizione del libro “Castel San Lorenzo nella sua Storia Civile e Religiosa” del 1975 scriveva “Castel San Lorenzo fu uno dei primi paesi, con Roccadaspide ad avere l’illuminazione elettrica (1910) costruendo una piccola centrale idroelettrica sul Calore, sul posto dove esisteva un mulino del Principe” , oggi sulla sommità della torretta, si vede un allaccio per fili elettrici. La vecchia linea dell’ elettricità, costruita con pali di legno passava per la via del cimitero e arrivava fino al fiume. La cabina elettrica del paese era situata nella torretta del mulino. La corrente elettrica veniva data solo di sera a partire dalle 18.00. L’addetto Sig. Pasquale Pacifico (padre del Sig. Mario Pacifico), puntualmente ogni giorno si recava sul fiume e dava la corrente al paese. Successivamente la cabina fu spostata nell’ attuale Casa Canonica adiacente alla Chiesa di San Cosma e Damiano. La centrale nel 1929 cessò di funzionare forse per lo scarso rendimento; Don Nicola Falcone lasciò l’ immobile e il Sig. Luigi Pesce vi impiantò di nuovo due palmenti per la macina del grano. Il mugnaio all’ epoca era il Sig. Giovanni D’Agostino detto “taurone”. Nel 1934 il Sig. Antonio Pesce, per non aver voluto proseguire gli studi, fu obbligato a lavorare nel mulino. Seppe fare tesoro della punizione impartitagli dal padre e, ripristinati i macchinari, lo fece diventare il più efficiente della Valle del Calore dal 1929 al 1950. Al mulino venivano a macinare il grano anche i contadini dei paesi limitrofi.
Il mulino dopo l’acquisto del 1901 venne ristrutturato dai nuovi proprietari e vennero rimessi in funzione i due palmenti appartenuti al principe. Successivamente, il mulino venne affittato a Don Nicola Falcone il quale effettuò delle modifiche per impiantarvi una centrale elettrica.Fece costruire la cabina elettrica (attuale torretta), allungo la sala principale, rifece la copertura a falde con tabelloni di laterizio cementati e intonacò le pareti interne.
La zona ove erano i palmenti ed il piano interrato costituito dalle gallerie rimase come era originariamente. Le finestre e il portone (in legno) erano di una maestria unica, tanto che il Sig. Antonio Pesce si è spinto a dire che “ Il mulino sembrava una chiesa tanto che era bello” Durante i lavori di ammodernamento dell’immobile, fu ampliata una delle vasche di carico dell’acqua, e all’ interno di essa venne calata la turbina che alimentava le dinamo. Per mezzo della centrale elettrica per la prima volta venne data la “luce” a Castel San Lorenzo. Infatti Angelo Venturiello nella riedizione del libro “Castel San Lorenzo nella sua Storia Civile e Religiosa” del 1975 scriveva “Castel San Lorenzo fu uno dei primi paesi, con Roccadaspide ad avere l’illuminazione elettrica (1910) costruendo una piccola centrale idroelettrica sul Calore, sul posto dove esisteva un mulino del Principe” , oggi sulla sommità della torretta, si vede un allaccio per fili elettrici. La vecchia linea dell’ elettricità, costruita con pali di legno passava per la via del cimitero e arrivava fino al fiume. La cabina elettrica del paese era situata nella torretta del mulino. La corrente elettrica veniva data solo di sera a partire dalle 18.00. L’addetto Sig. Pasquale Pacifico (padre del Sig. Mario Pacifico), puntualmente ogni giorno si recava sul fiume e dava la corrente al paese. Successivamente la cabina fu spostata nell’ attuale Casa Canonica adiacente alla Chiesa di San Cosma e Damiano. La centrale nel 1929 cessò di funzionare forse per lo scarso rendimento; Don Nicola Falcone lasciò l’ immobile e il Sig. Luigi Pesce vi impiantò di nuovo due palmenti per la macina del grano. Il mugnaio all’ epoca era il Sig. Giovanni D’Agostino detto “taurone”. Nel 1934 il Sig. Antonio Pesce, per non aver voluto proseguire gli studi, fu obbligato a lavorare nel mulino. Seppe fare tesoro della punizione impartitagli dal padre e, ripristinati i macchinari, lo fece diventare il più efficiente della Valle del Calore dal 1929 al 1950. Al mulino venivano a macinare il grano anche i contadini dei paesi limitrofi.