Ceraso

Ceraso è un piccolo centro situato in collina che comprende, a sua volta, altri cinque piccoli centri: Santa Barbara, Massascusa, San Biase, Petrosa e Metoio. Il primo documento in cui compare il toponimo Ceraso è una Bolla pontificia di Papa Eugenio III del 1149, in cui viene riconosciuto all’Abbazia di Cava de’ Tirreni il cenobio di Santa Barbara. Alcuni studiosi suppongono che le origini del Comune siano più remote e che siano riconducibili ai greci di Focea e di Velia, i quali nel risalire le Terre Rosse e il passo Beta molto probabilmente hanno attraversato l’intero territorio su cui è sorto l’attuale Comune che, ai loro occhi, appariva come un ridente terrazzo ricco di piante di ciliegio del genere prunus: di qui l’etimologia del toponimo. Non è da escludere l’ipotesi che alcuni di essi si siano fermati nella zona, allorquando divenne un importante nodo viario. Ceraso, in particolare, crebbe d’importanza in età romana, quando all’incrocio di vie già esistenti ne fu aggiunta un’altra che conduceva ad una stazione daziaria detta Corneto, oggi l’attuale Vallo della Lucania. L’abitato si è esteso nel tempo grazie anche alla fertilità dei terreni alluvionali. Le case venivano costruite l’una addossata all’altra, in modo da garantire una più efficiente resistenza alla violenza devastatrice dei terremoti: oggi è ancora possibile cogliere questa caratteristica visitando il rione “mpieri Ceraso”.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Ceraso è un piccolo centro situato in collina che comprende, a sua volta, altri cinque piccoli centri: Santa Barbara, Massascusa, San Biase, Petrosa e Metoio. Il primo documento in cui compare il toponimo Ceraso è una Bolla pontificia di Papa Eugenio III del 1149, in cui viene riconosciuto all’Abbazia di Cava de’ Tirreni il cenobio di Santa Barbara. Alcuni studiosi suppongono che le origini del Comune siano più remote e che siano riconducibili ai greci di Focea e di Velia, i quali nel risalire le Terre Rosse e il passo Beta molto probabilmente hanno attraversato l’intero territorio su cui è sorto l’attuale Comune che, ai loro occhi, appariva come un ridente terrazzo ricco di piante di ciliegio del genere prunus: di qui l’etimologia del toponimo. Non è da escludere l’ipotesi che alcuni di essi si siano fermati nella zona, allorquando divenne un importante nodo viario. Ceraso, in particolare, crebbe d’importanza in età romana, quando all’incrocio di vie già esistenti ne fu aggiunta un’altra che conduceva ad una stazione daziaria detta Corneto, oggi l’attuale Vallo della Lucania. L’abitato si è esteso nel tempo grazie anche alla fertilità dei terreni alluvionali. Le case venivano costruite l’una addossata all’altra, in modo da garantire una più efficiente resistenza alla violenza devastatrice dei terremoti: oggi è ancora possibile cogliere questa caratteristica visitando il rione “mpieri Ceraso”.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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