Salerno, Campania
Alfano è situato presso la sponda destra del fiume Faraone, su di un ameno colle che sorge ai piedi del Monte Antilia; ha una superficie territoriale di appena 4,61 kmq, il che lo fa annoverare tra i più piccoli Comuni della Provincia di Salerno.
La prima notizia su Alfano è riportata nei Registri Angioni: si tratta di un’ordinanza di pagamento di 22 tari e mezzo indirizzata agli amministratori dell’epoca per aver occultato due fuochi (famiglie) fiscali.
Nel 1496 Alfano fu donato da Ferrante II a Giovanni Carafa, Conte di Policastro, con il titolo di Contado, insieme al territorio comprendente gli attuali comuni di San Giovanni a Piro, Bosco e Torre Orsario.
Secondo il Giustiniani, le origini di Alfano sono ancora più remote in quanto il suo territorio faceva parte dei possedimenti dei Sanseverino, potente famiglia feudale, che dopo averne perso il possesso a causa del delitto di “fellonia”, lo riacquistò sotto il re Federico II. Si ha notizia che nel 1566 Alfano fu conteso tra Giovanni Battista Carafa, Conte di Policastro, e Nunzio del Verme per l’esercizio della giurisdizione criminale sul detto territorio.
Risulta che nel 1588 Alfano fu acquistato da Paolo Brancaccio. Nel 1619 il vice-re Duca di Ossuna diede l’assenso alla vendita al dott. G. Andrea Vernallo di Campagna per 9.500 ducati, il quale nel 1624 vendette il feudo a Diego Vitale di Cava per 10.500 ducati.
Nel 1669 Alfano era in possesso di Giovanni Andrea Bernalla, famiglia che lo possederà ancora nel ‘700.
Va evidenziato, però, che nonostante Alfano fosse merce di scambio da un feudatario all’altro, visse la storia politica, sociale, culturale ed economica del Cilento, terra di appartenenza, del periodo borbonico, rivoluzionario e risorgimentale, contribuendo con il sangue dei propri figli a migliorare le condizioni sociali, culturali, economiche e morali del Mezzogiorno d’Italia.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Alfano è situato presso la sponda destra del fiume Faraone, su di un ameno colle che sorge ai piedi del Monte Antilia; ha una superficie territoriale di appena 4,61 kmq, il che lo fa annoverare tra i più piccoli Comuni della Provincia di Salerno.
La prima notizia su Alfano è riportata nei Registri Angioni: si tratta di un’ordinanza di pagamento di 22 tari e mezzo indirizzata agli amministratori dell’epoca per aver occultato due fuochi (famiglie) fiscali.
Nel 1496 Alfano fu donato da Ferrante II a Giovanni Carafa, Conte di Policastro, con il titolo di Contado, insieme al territorio comprendente gli attuali comuni di San Giovanni a Piro, Bosco e Torre Orsario.
Secondo il Giustiniani, le origini di Alfano sono ancora più remote in quanto il suo territorio faceva parte dei possedimenti dei Sanseverino, potente famiglia feudale, che dopo averne perso il possesso a causa del delitto di “fellonia”, lo riacquistò sotto il re Federico II. Si ha notizia che nel 1566 Alfano fu conteso tra Giovanni Battista Carafa, Conte di Policastro, e Nunzio del Verme per l’esercizio della giurisdizione criminale sul detto territorio.
Risulta che nel 1588 Alfano fu acquistato da Paolo Brancaccio. Nel 1619 il vice-re Duca di Ossuna diede l’assenso alla vendita al dott. G. Andrea Vernallo di Campagna per 9.500 ducati, il quale nel 1624 vendette il feudo a Diego Vitale di Cava per 10.500 ducati.
Nel 1669 Alfano era in possesso di Giovanni Andrea Bernalla, famiglia che lo possederà ancora nel ‘700.
Va evidenziato, però, che nonostante Alfano fosse merce di scambio da un feudatario all’altro, visse la storia politica, sociale, culturale ed economica del Cilento, terra di appartenenza, del periodo borbonico, rivoluzionario e risorgimentale, contribuendo con il sangue dei propri figli a migliorare le condizioni sociali, culturali, economiche e morali del Mezzogiorno d’Italia.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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