Vibonati

Il paese, con molta probabilità, sorse sulle basi di un antico insediamento fenicio del IV sec. a C., diventando poi sede dell’importante abitato romano di “Vibo ad Siccam”.
Si pensa, però, che a costituire l’attuale paese sia stato Gisulfo, l’ultimo dei principi longobardi di Salerno, il quale fece costruire un castello per difendere la popolazione dai pirati saraceni. Il paese è arroccato tra una ripida rupe naturale e un’imponente cinta muraria, che un tempo costituiva un valido baluardo difensivo.
Dal 1296 al 1348 Vibonati fu governata prima da Giovanni Ruffo di Policastro, poi da Gabriele e Luciano Grimaldi ed infine dai Sanseverino, fino alla Congiura dei Baroni del 1486, quando passò ad essere “Casalis” di Tortorella.
Vibonati è sempre stato un centro produttivo infatti, già nel medioevo, fu sede di fiorenti attività artigianali, come quella della concia delle pelli al mirto e quella relativa alla realizzazione di calzature.
Il borgo partecipò ai Moti del 1828; il 4 febbraio accolse Costabile Carducci, vittima del filoborbonico Vincenzo Peluso da Sapri, coinvolto nei Moti del 1848
Oggi Vibonati offre ai suoi visitatori la calma della collina, la brezza marina e un borgo medioevale quasi intatto, attraversato da tante viuzze su cui si affacciano antichi palazzi.
In riva al mare, si trova invece il piccolo borgo di pescatori di Villammare, ancora vigilato dalla cinquecentesca Torre Petrosa, una frazione che negli ultimi decenni ha conosciuto un buon sviluppo turistico.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Il paese, con molta probabilità, sorse sulle basi di un antico insediamento fenicio del IV sec. a C., diventando poi sede dell’importante abitato romano di “Vibo ad Siccam”.
Si pensa, però, che a costituire l’attuale paese sia stato Gisulfo, l’ultimo dei principi longobardi di Salerno, il quale fece costruire un castello per difendere la popolazione dai pirati saraceni. Il paese è arroccato tra una ripida rupe naturale e un’imponente cinta muraria, che un tempo costituiva un valido baluardo difensivo.
Dal 1296 al 1348 Vibonati fu governata prima da Giovanni Ruffo di Policastro, poi da Gabriele e Luciano Grimaldi ed infine dai Sanseverino, fino alla Congiura dei Baroni del 1486, quando passò ad essere “Casalis” di Tortorella.
Vibonati è sempre stato un centro produttivo infatti, già nel medioevo, fu sede di fiorenti attività artigianali, come quella della concia delle pelli al mirto e quella relativa alla realizzazione di calzature.
Il borgo partecipò ai Moti del 1828; il 4 febbraio accolse Costabile Carducci, vittima del filoborbonico Vincenzo Peluso da Sapri, coinvolto nei Moti del 1848
Oggi Vibonati offre ai suoi visitatori la calma della collina, la brezza marina e un borgo medioevale quasi intatto, attraversato da tante viuzze su cui si affacciano antichi palazzi.
In riva al mare, si trova invece il piccolo borgo di pescatori di Villammare, ancora vigilato dalla cinquecentesca Torre Petrosa, una frazione che negli ultimi decenni ha conosciuto un buon sviluppo turistico.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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